Presidente Casellati visita l’Umbria: “per ricostruzione tempestiva servono le stesse regole dell’emergenza”

Durante la sua visita in Umbria presso Spoleto, Norcia e l’abbazia di Sant’Eutizio di Preci – tutte zone colpite due anni fa dal terremoto – la Presidente del Senato, Maria Elisabetta Alberti Casellati ha tenuto a sottolineare come “Alla ricostruzione post sisma occorre che si diano le stesse regole dell’emergenza per un processo di ricostruzione tempestivo.

Data:
26 Ottobre 2018

Presidente Casellati visita l’Umbria: “per ricostruzione tempestiva servono le stesse regole dell’emergenza”

Durante la sua visita in Umbria presso Spoleto, Norcia e l’abbazia di Sant’Eutizio di Preci – tutte zone colpite due anni fa dal terremoto – la Presidente del Senato, Maria Elisabetta Alberti Casellati ha tenuto a sottolineare come “Alla ricostruzione post sisma occorre che si diano le stesse regole dell’emergenza per un processo di ricostruzione tempestivo. L’emergenza post terremoto è stata gestita in maniera straordinaria e dobbiamo ringraziare i vigili del fuoco, le forze dell’ordine, la Croce rossa e i volontari, ma il giorno dopo non c’è stato“.

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La Presidente del Senato Maria Elisabetta Casellati – Fonte foto: ANSA

Sono qui” – ha aggiunto – “per testimoniare la vicinanza a persone che vivono una situazione davvero difficile, per dire basta all’emergenza e che occorre una ricostruzione veloce, perché tutte queste persone possano tornare ad avere una vita normale“.  Occorre che la ricostruzione “sia gestita con le stesse regole dell’emergenza e quindi meno burocrazia e più efficienza, altrimenti questi comuni perdono anche la loro identità, la propria memoria e le comunità. Rischiano – ha concluso Casellati – di non avere più prospettive di vita e di lavoro“.

Nel pomeriggio la Presidente ha visitato anche il Deposito del Santo Chiodo a Spoleto, luogo dove vengono custoditi e restaurati i beni recuperati nell’area colpita dal sisma del 2016. Ad accoglierla la Presidente della Regione Umbria Catiuscia Marini che ha spiegato come oltre 6 mila 300 opere d’arte danneggiate dal sisma siano custodite all’interno del deposito, nato nel ’97 per ricoverare in un luogo sicuro il patrimonio artistico culturale colpito da drammatiche esperienze come quella del sisma. “Allora fu deciso di progettare e realizzare un luogo come questo per assicurare, in caso di calamità naturali, un sicuro ricovero proprio per i beni culturali mobili, dalle campane delle chiese, ai dipinti, alle statue, agli arredi. Ed il nostro obiettivo, la nostra sfida ora è quella di poter ricostruire gli edifici pubblici, le chiese, i musei che sono stati danneggiati, e poter allo stesso tempo ricollocare tutti i beni mobili nei luoghi di origine. 

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La Presidente in visita presso il Deposito del Santo Chiodo, Spoleto – Fonte foto: ANSA

Anche perché questa volta, più delle altre” – ha concluso la Presidente Marini – “dovremo misurarci con la ricostruzione di antichi borghi come di interi centri storici collocati all’interno di un Parco, che richiedono una particolare cura ed attenzione, proprio perché si tratta, nel suo insieme, di uno straordinario patrimonio culturale, artistico ed architettonico”.

Interrogata nel corso della giornata sulla scelta di accentrare la ricostruzione nelle mani del Commissario, relegando a ruolo “consultivo” i presidenti delle regioni colpite, la presidente ha spiegato di non “appassionarsi” a questi temi: “Ritengo che tutte le programmazioni possano essere vincenti, l’importante che una volta fatta la scelta si vada a centrare l’obiettivo

Ultimo aggiornamento

1 Luglio 2020, 11:58