Vulnerabilità sismica e patrimonio archeologico: presentazione del volume che mira a definire un metodo speditivo di indagine per la valutazione del rischio sismico del patrimonio archeologico
Intervenuti all’evento organizzato dall’USS Sisma 2016 e moderato dal Soprintendente, dott.ssa Claudia Cenci, l’arch. Laura Moro, Direttrice del Servizio II-DG ABAP, il dott. Fabio Pagano, Direttore del Parco Archeologico dei Campi Flegrei e il prof. Cesare Tocci, Politecnico di Torino
Data:
2 Dicembre 2024
Presentato presso la Biblioteca delle Arti, davanti ad una nutrita platea, il volume “Vulnerabilità sismica e patrimonio archeologico”: lavoro del Funzionario Architetto della SABAP di Lecce, Elisabetta Montenegro.
Tra i presenti ingegneri, architetti, archeologici, restauratori, storici dell’arte, docenti ed altri esperti, tutti impegnati a vario titolo nei diversi processi di sicurezza, ricostruzione, tutela, valorizzazione e ricerca che vedono coinvolto a vario titolo il Ministero della Cultura, e non solo.
A moderare l’appuntamento l’archeologa e Soprintendente Speciale per le aree colpite dal sisma 2016, dott.ssa Claudia Cenci, che nel corso dell’appuntamento ha introdotto gli ospiti chiamati a porre le loro riflessioni in merito a questa “proposta di valutazione speditiva per la conservazione dell’architettura allo stato ruderale” edita da Quasar e frutto di una ricerca di dottorato svolta presso l’Università La Sapienza.
Nel susseguirsi dei diversi interventi curati dall’arch. Laura Moro, Dirigente Servizio II ABAP – Scavi e tutela del patrimonio archeologico, dal dott. Fabio Pagano, Direttore del Parco Archeologico dei Campi Flegrei e dall’arch. Cesare Tocci, Professore Associato in Restauro dell’Architettura, Dip. di Architettura e Design – Politecnico di Torino, si è evidenziato come il volume miri a definire un metodo speditivo di indagine per la valutazione del rischio sismico del patrimonio archeologico e di come l’autrice tenti di stabilire nelle sue pagine un indispensabile e affidabile indice di vulnerabilità, che – opportunamente combinato con la pericolosità e l’esposizione dei beni – concorra alla definizione di una scala delle priorità del rischio, fondamentale in una programmazione (necessaria) degli interventi.
Tale ricerca si è posta l’obiettivo di sviluppare un sistema di lettura strutturale delle preesistenze archeologiche allo stato di rudere, così da stimarne la vulnerabilità sismica a scala territoriale in coerenza con le valutazioni speditive di primo livello definite dal vigente quadro normativo.
Come affermato diverse volte nel corso della presentazione, questo metodo può aiutare a individuare le priorità d’intervento per la messa in sicurezza e la riduzione del rischio sismico di siti e complessi archeologici, consentendo di definire una graduatoria relativa alla vulnerabilità dei resti, anche in considerazione della loro eterogeneità costruttiva, morfologica e conservativa. Osservando come, in risposta ai limiti di una politica d’intervento puntuale post-danno, la normativa ha gradualmente spostato l’attenzione sul tema della prevenzione del rischio sismico, rimarcando l’esigenza di strumenti di valutazione e controllo della vulnerabilità a scala territoriale.
Ultimo aggiornamento
20 Dicembre 2024, 09:21