Restaurato il Crocifisso di Benedetto da Maiano; Ciatti, direttore Opificio Pietre Dure: ”Un capolavoro assoluto”

Grazie al progetto di recupero delle opere d’arte mobili danneggiate dal terremoto del 2016 – in accordo con la Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio dell’Umbria – è stato restaurato il Cristo Crocifisso di Benedetto da Maiano di epoca quattrocentesca, proveniente dalla chiesa della Madonna Bianca.

Data:
13 Marzo 2019

Restaurato il Crocifisso di Benedetto da Maiano; Ciatti, direttore Opificio Pietre Dure: ”Un capolavoro assoluto”

Grazie al progetto di recupero delle opere d’arte mobili danneggiate dal terremoto del 2016 – in accordo con la Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio dell’Umbria – è stato restaurato il Cristo Crocifisso di Benedetto da Maiano di epoca quattrocentesca, proveniente dalla chiesa della Madonna Bianca.

Il lavoro, eseguito dall’Opificio delle Pietre dure di Firenze, è stato presentato nella Frazione di Ancarano di Norcia da due illustri ospiti: il restauratore Peter Stiberc e il direttore dell’Opificio Marco Ciatti.”Un capolavoro assoluto” – dice il direttore Ciatti  – “Come ente siamo sempre in prima fila dopo i terremoti per il restauro delle opere. E’ un dovere morale“.

Fonte Foto: ANSA

Presente anche la Soprintendente ABAP-Umbria Marica Mercalli che ha definito il Cristo “un’opera di straordinaria importanza perché di Benedetto da Maiano, il quale ha realizzato un Cristo simile, quasi identico, conservato nella Cattedrale di Firenze” e che ha tenuto a ricordare come in Valnerina, nel ‘400, c’erano importanti contatti con la scuola fiorentina rinascimentale “e questo Cristo lo testimonia. Oggi questo legame si rafforza grazie all’Opificio delle pietre dure che ha sede nel capoluogo toscano e che ha curato il restauro. Far tornare queste opere a casa, anche se solo per poche ore” – ha aggiunto la Mercalli – “era un impegno voluto e mantenuto della sovrintendenza e della diocesi“.

È emozionante che un’opera torni nel nostro territorio dopo il sisma” – riferisce il sindaco di Norcia, Nicola Alemanno – Tanta strada è ancora da fare e ne siamo consapevoli, ma ci impegneremo per riappropriarsi quanto prima di tutto il nostro patrimonio“.

L’arcivescovo di Spoleto-Norcia, mons. Renato Boccardo, ha evidenziato invece come eventi quali questo “sono delle iniezioni di speranza importante” perché “Ci dicono che è possibile ripartire dopo i terremoti grazie alla sinergia tra le persone e tra di esse e le istituzioni“.

L’opera sarà esposta dal 7 marzo al 6 aprile al Duomo di Spoleto e poi, fino al 14 luglio, al Museo nazionale del Bargello a Firenze.

Fonte ANSA.

Ultimo aggiornamento

1 Luglio 2020, 11:15