Il dicastero della cultura festeggia i cinquant’anni: convegno e giornata studio presso la sala dedicata al suo primo ministro, Giovanni Spadolini
Ministero della Cultura e Fondazione Giovanni Spadolini Nuova Antologia ricordano la nascita del Ministero per i Beni Culturali e Ambientali
Data:
7 Marzo 2025
Si è tenuto mercoledì, 5 marzo presso il Salone Spadolini del Collegio Romano – sede del Ministero della Cultura – l’evento intitolato “A 50 anni dall’istituzione del Ministero per i Beni Culturali e Ambientali“, nato per celebrare l’intuizione di Giovanni Spadolini – primo titolare del dicastero – di istituire un Ministero atto a garantire la tutela e la promozione del patrimonio artistico e ambientale italiano.

Dopo i saluti istituzionali del Ministro Alessandro Giuli, la giornata studi – moderata da Paolo Conti – si è aperta con un intervento del presidente della Fondazione Spadolini Nuova Antologia, Cosimo Ceccuti che ha fornito le coordinate temporali, il contesto storico in cui si incastona l’importanza dell’istituzione del ministero nel governo “bicolore” DC-PRI, Moro‐La Malfa.
“La Fondazione di un Ministero autonomo per la tutela e la valorizzazione del Patrimonio Culturale e Ambientale, cinquant’anni fa, per volontà di Aldo Moro ‐ ha ricordato Ceccuti ‐ rappresentò un’autentica svolta nella vita politica Italiana. Giovanni Spadolini, ministro fondatore, alla sua prima esperienza governativa, da un lato costruì le basi giuridiche del nuovo organismo, non burocratico ma sul modello di un’agenzia di tipo americano, dall’altro fronteggiò l’emergenza con interventi immediati resi necessari dallo “sfascio” in cui si trovavano Musei, Biblioteche, scavi archeologici per non parlare del paesaggio. Facendo comprendere agli italiani che in un Paese come il nostro un Ministero per la Cultura non è di minor peso della Sanità o della Pubblica Istruzione“. Il riferimento in questo caso è all’istituzione della funzione dei custodi e guardie notturne, tra i primissimi atti di Spadolini, che segue il clamoroso furto presso il Palazzo Ducale di Urbino, quando vennero rubati tre capolavori assoluti: La Muta, di Raffaello e La Madonna di Senigallia e La Flagellazione, di Piero della Francesca.

Salone Spadolini, Collegio Romano – 5 marzo 2025, Roma
Subito dopo, Adriano La Regina e Giuliano Urbani si sono impegnati in due ampi interventi che hanno spaziato rispettivamente sul tema della “cura del patrimonio” e dell’evoluzione “dalla conservazione alla valorizzazione”.
Il ricordo del Ministro Giuli
“Con l’istituzione del Ministero per i Beni Culturali e Ambientali” – ha ricordato il Ministro Giuli nel corso del suo intervento di apertura lavori – “Giovanni Spadolini volle conferire alla propria missione un’impronta laica e repubblicana, in perfetta continuità con il patriottismo risorgimentale, la cui anima intese riaffermare nell’impegno civile per la lotta a difesa delle libertà.”
“La necessità e l’urgenza evocate 50 anni fa nel DL istitutivo del Ministero” – ha poi proseguito – “rispondevano al dettato costituzionale dell’articolo 9, fino a quel momento non propriamente tradotto in un corrispondente assetto istituzionale. Al contempo esse obbedivano alla missione del nostro Paese, che assumeva così la piena responsabilità della salvaguardia e della trasmissione alle future generazioni della immensa eredità culturale ricevuta dal passato, dotandosi al contempo di strumenti adeguati alla promozione delle energie creative del presente. In particolare questo secondo aspetto segna una linea di evoluzione rispetto al precedente modello, ispirato al pensiero crociano e gentiliano, in cui la tutela del patrimonio culturale rientrava a pieno titolo nell’ambito della Pubblica istruzione. Non la creazione di un redivivo e unidimensionale Ministero della Cultura Popolare mosse dunque Spadolini, bensì la consapevolezza della necessità di un organismo che sapesse accogliere e riconoscere le nuove istanze creative, fornendo loro un terreno plurale in cui germogliare e crescere con solide radici, insieme alla volontà di riconoscere alla tutela una propria specificità. Ferma restando, la complessa e accurata considerazione per quel Giovanni Gentile, del quale Spadolini medesimo, nel 1944 ricordò con orgoglio la gigantesca magnitudo morale del ‘nostro filosofo proteso a riaffratellare l’Italia’.“.
“Rievocare tutto questo qui oggi” – ha concluso Giuli ‐ “nella sala che porta il nome di Spadolini mi onora e mi responsabilizza. Non può esserci ricorrenza più felice per un ministero come questo che ha il compito di tutelare la storia, la civiltà e la libertà della nostra Nazione“.
Ultimo aggiornamento
7 Marzo 2025, 15:58
UFFICIO DEL SOPRINTENDENTE SPECIALE PER LE AREE COLPITE DAL SISMA DEL 24 AGOSTO 2016