È scomparso all’età di 68 anni Marco Ciatti, noto storico dell’arte ha lavorato presso l’Opificio delle pietre dure per trentotto anni, dirigendolo negli ultimi dieci anni della sua carriera prima del pensionamento, avvenuto nel 2022. Era malato da tempo.

Voluto fortemente all’Opificio dal Ministro, Antonio Paolucci – anche lui scomparso recentemente – Marco Ciatti aveva curato personalmente restauri importantissimi: il restauro de L’Ultima cena del Vasari di Santa Croce, rovinata dall’alluvione del ’66, portava la sua supervisione, cosi come quello della Porta del Paradiso del Ghiberti ancora oggi esposta nel Museo dell’Opera del Duomo; altro intervento che ha fatto il giro del mondo è quello sulla Resurrezione di Piero della Francesca, a detta di Aldous Huxley il dipinto più bello del mondo.

Marco Ciatti lascia un vuoto enorme. Un vuoto, come si legge sulle pagine del sito dell’Opificio, che ha colpito tutti coloro perché “fino all’ultimo – a ieri- ha seguito con passione il ‘suo’ Istituto, che in lunghi anni di autentico servizio ha contribuito significativamente a far crescere.”

È stato anche vice direttore della Scuola di Alta Formazione e Studi annessa all’Istituto per la quale è titolare dell’insegnamento di Storia e Teoria del restauro; fondatore dell’associazione Amici dell’Opificio; membro del comitato scientifico delle Scuderie del Quirinale; ha avuto l’onore di essere nominato Accademico dei Lincei, istituzione che raccoglie il fior fiore degli scienziati e uomini di cultura del nostro Paese. Insieme a tante collaborazioni internazionali, quella con l’Università di Firenze con la quale ha realizzato anche un dottorato per i laureati nella nuova classe di restauro.