NORCIA (PG), BASILICA DI SAN BENEDETTO
Elementi conoscitivi della fabbrica di San Benedetto e interventi di messa in sicurezza, ricostruzione ripristino effettuati a seguito del Sisma 2016
La peculiare posizione della Basilica di San Benedetto e del convento dei monaci benedettini all’interno della città di Norcia, differente da quella extra moenia che in genere veniva scelta, viene fatta risalire alla tradizione dell’esistenza in quel luogo della casa natia dei Santi Benedetto e Scolastica, nati verso il 480. Questa posizione centrale ha fatto della chiesa e del convento nei secoli un luogo principe della vita religiosa, sociale ed economica di Norcia strettamente connesso alle funzioni civiche della città.
La basilica, così come era possibile osservarla prima dell’evento sismico del 2016, era il risultato di differenti fasi costruttive.
La facciata si presenta a capanna, divisa da due ordini di lesene a forma di pilastri, ornata da una cornice a doppio cordolo che un tempo era evidenziata da tarsie multicolori. Stilisticamente mostra il carattere tipicamente umbro dell’architettura religiosa di tale periodo. E’ possibile evidenziare elementi peculiari appartenenti a fasi costruttive differenti: il portale gotico strombato con fasci di colonnine con decorazione scultorea a motivi alternati e lunetta superiore recante gruppo scultoreo della Madonna col Bambino tra due angeli; la lunetta decorata con fregio scolpito con motivi vegetali e architrave con sagome di arcatelle in rilievo; gli elementi del tetramorfo e l’oculo del XIV sec.; le statue dei santi Benedetto e Scolastica del 1578, con i rispettivi timpani delle nicchie che accolgono i santi del XIX sec., come anche il rosone centrale e la decorazione superiore, oltre ai pinnacoli.
A seguito del terremoto del 1859, che danneggia la fabbrica in più punti, la facciata è oggetto di un intervento condotto secondo i dettami del restauro stilistico, volto in particolare ad esaltarne la facies gotica.
La documentazione conservata all’Archivio Centrale dello Stato ha consentito di definire un quadro chiarificatore degli interventi ottocenteschi.
Il Consiglio Municipale, dimostrata la situazione di instabilità della facciata (nei documenti si parla di un evidente fuori piombo), approva un progetto di restauro su disegno corrispondente allo stile ed al carattere dell’epoca, prevedendo la demolizione del timpano sino alla cornice dell’oculo. Il timpano viene ricostruito più slanciato e ai lati si posizionano due pinnacoli secondo i dettami del restauro stilistico con l’evidente volontà di esaltare l’aspetto gotico della facciata. L’intervento, realizzato tra il 1859 e il 1878 (anno in cui tuttavia non è ancora terminata la parte sommitale con i pinnacoli) ha comportato la riapertura dell’oculo e la chiusura delle due finestrelle quattrocentesche posizionate ai lati.
All’esterno, nella parte di sinistra della Basilica, il portale laterale, oggi murato, e la base del campanile sono ascrivibili alla fase trecentesca, mentre al 1570 risale il portico, voluto dal Comune per proteggere dalle intemperie le attività commerciali che si svolgevano in quel luogo Costituito da sei fornici a tutto sesto, presentava la conformazione ottenuta a seguito dei lavori post terremoto del 1859. In quella occasione, il sisma aveva fortemente compromesso la sua stabilità e dopo una prima fase di messa in sicurezza, se ne decise la completa demolizione; l’operazione di ricostruzione fu eseguita riutilizzando i materiali recuperati, quali, ad esempio, le basi e i capitelli dei pilastri.
Il portico è stato oggetto di un ulteriore intervento di restauro alla metà del Novecento con la demolizione di tutta la copertura, sia delle volte a crociera su peducci, sia della struttura lignea superiore la cui conformazione resta ignota. La nuova copertura, a falda unica, fu realizzata con doppia orditura lignea. La parete interna risultava interrotta dalla tamponatura ottocentesca del grande ingresso laterale della chiesa, un portale a sesto acuto, con una decorazione a fasci di colonnine nella strombatura e capitelli scolpiti all’innesto dell’arco, riferibile alla facies del XIV sec.
Grossi blocchi di epoca romana ornavano questo lato del loggiato fino all’innesto del campanile. Per il suo uso è chiamato Loggia dei Mercanti o Portico delle Misure, dai recipienti in pietra, di epoca tardomedievale, provenienti dal demolito palazzo podestarile e utilizzate per la misurazione dei cereali.
Oltre il campanile, ritroviamo la parete di testata del transetto destro che si presenta a scarpa, per la giustapposizione a tutta altezza, di uno sperone, realizzato nel XVIII sec. addossato alla parete del XV sec.; ne è testimonianza una edicola con affresco posta proprio sulla parete più interna, raffigurante la Madonna con Gesù Bambino di pittore tardogotico, restaurato nel 1975.
Il campanile, costruito nel XIV-XV secolo in stile gotico e con uno sviluppo altimetrico molto più imponente, già nel 1557 minacciava di crollare; venne gravemente danneggiato nei terremoti del gennaio-febbraio 1703 e ridotto a forme più modeste nel 1738, riutilizzando alcune pietre della parte superiore crollata.
Sempre in esterno, la parte absidale «assai ridotta in altezza rispetto a quella anteriore al 1703» come citano le fonti archivistiche, mostra un tipico intervento “antisismico” che ha interessato gran parte degli edifici più importanti della cittadina dopo i terremoti del ‘700: il muro a scarpa.
Il confronto tra documenti storici d’archivio, dove sono riportate le piante del settecento, aiuta a ricostruire lo stato dell’interno della Basilica prima e dopo gli eventi sismici del XVIII sec.: si tratta due piante dell’Archivio Segreto Vaticano, una redatta prima del sisma del 1730 e l’altra nel 1740, che riportano gli interventi di rinforzo previsti (C. Comino, F. Iambrenghi, L’assetto della Chiesa di San Benedetto nel XVIII sec., in Seicento inedito. L’ultima era dell’oro della città di Norcia, 2013). L’attuale articolazione dello spazio interno è il frutto proprio di quella ristrutturazione settecentesca: un’unica navata a croce latina, con abside poligonale e calotta all’incrocio dei transetti, di forma pressoché immutata. Dopo il terremoto del 1730, si decise di rinforzare la struttura con la giustapposizione alle pareti longitudinali di una serie di pilastri e archi ad incorniciare gli altari e le attuali cappelle, ricchi di elementi decorativi in stucco e legno proprio risalenti al Settecento. Il rinvenimento di alcuni lacerti di affreschi ascrivibili ad una fase pre-restauri del XVIII sec., anche di dimensioni importanti, avvenuto a seguito dei crolli post sisma 2016, ha consentito di accertare tale supposizione.
Unico elemento riconducibile alla configurazione originaria della navata, era l’arco trionfale a ogiva riemerso a seguito dei restauri degli anni ’50 del XX sec.; questi restauri, interessarono in particolar modo la copertura della navata. In un primo momento si era ipotizzato un ripristino generale della facies tre-quattrocentesca programmando, in fasi successive, anche la rimozione delle decorazioni nelle navate e nelle absidi del XVIII sec., mentre, quale primo passo, si decise di demolire il soffitto settecentesco a cassettoni decorato da tre grandi tele in modo da permettere la ricostruzione del tetto ligneo con capriate a vista, su mensole di appoggio alloggiate nella muratura ad una quota più alta e rimodulazione dell’altezza delle pareti longitudinali dettata dalla pendenza della facciata. Tuttavia, l’intervento di “scorticamento generale” non venne concluso in quanto si decise, a ragion veduta, di lasciare inalterato l’aspetto tardo barocco delle pareti longitudinali – dovuto alla necessità di rinforzo delle strutture murarie – seppure in contrasto con l’aspetto neo medioevale dell’esterno.
La configurazione della Basilica prima del sisma del 2016 è ascrivibile agli ultimi interventi del Giubileo del 2000, che hanno interessato soprattutto l’interno a seguito del sisma del 1997, ma non è stato possibile risalire con precisione agli interventi realizzati in quell’occasione.
I Danni del Sisma del 2016
La sequenza sismica iniziata nell’estate del 2016 nel Centro Italia, ha gravemente interessato la Basilica di S. Benedetto, a seguito delle scosse di magnitudo MW 5.4 e MW 5.9 registrate il giorno 26 ottobre 2016 a Castelsantangelo sul Nera (MC) e a Ussita (MC), si sono riscontrate disgregazioni del paramento murario nelle parti sommitali delle murature con conseguenti crolli parziali verso l’interno dell’aula principale e avvio della deformazione nel piano dell’arco trionfale, a configurazione ogivale. Successivamente, l’evento sismico del 30 ottobre 2016 di magnitudo Mw 6.5, con epicentro a Norcia, ha prodotto il crollo di gran parte del campanile, con la cella campanaria precipitata, in grossi blocchi, verso l’interno della chiesa. Questo evento ha causato la distruzione della copertura lignea a capriate, delle volte del transetto e dell’arco trionfale; all’esterno, il crollo del portico delle misure, sulla parete longitudinale destra. In data 10 aprile 2018 un’ulteriore scossa di magnitudo Mw 4.6, registrata a Muccia (MC), ha causato un ulteriore aggravamento dello stato di danno.
La Basilica di S. Benedetto a Norcia è stata interessata da un collasso progressivo, a partire dall’elemento più vulnerabile, il campanile; difatti, il crollo di quest’ultimo, avvenuto in forma di grossi e pesanti porzioni di muratura, ha avuto effetti devastanti su tutta la copertura lignea e in muratura voltata, con conseguenze pesanti anche sulle murature longitudinali della chiesa, delle quali, quella di destra è crollata nella quasi totalità, insieme al Portico delle Misure, anche per sue proprie caratteristiche costruttive come risultato delle trasformazioni subite nel tempo (vedasi la chiusura e apertura di vani e conseguente eterogeneità in termini di tecnologie e materiali impiegati); quella di sinistra, per la presenza delle strutture del monastero, ha subito danni solo nella parte alta. Tale massa di macerie ha comportato anche il coinvolgimento delle strutture di calpestio della Basilica con sfondamento di parte della volta della sottostante cripta.
L’intervento di messa in sicurezza
Gli interventi eseguiti in somma urgenza hanno riguardato due diverse fasi.
La prima, iniziata a Novembre 2016 e terminata a Maggio 2017, ha interessato sostanzialmente le parti prospicenti via Mazzini, con il duplice obiettivo di mettere in sicurezza le parti del complesso ancora in piedi, e contestualmente consentire la parziale riapertura degli spazi pubblici posti nelle immediate vicinanze della chiesa. Tali attività sono state strettamente correlate alla rimozione delle macerie e sono state eseguite dal Corpo dei Vigili del Fuoco su progetto commissionato ad un professionista esterno al MiC.
Durante questa 1a fase sono state realizzate le seguenti opere:
- messa in sicurezza della facciata con ponteggio in tubo giunto, esterno sul fronte e con parte a sbalzo sul retro-facciata, dimensionato e zavorrato per impedire il ribaltamento della stessa sia verso l’esterno sia verso l’interno;
- messa in sicurezza del campanile attraverso una cerchiatura della porzione sommitale e puntellamento della parte bassa con ritegni in legno;
- messa in sicurezza delle parti residue rimaste in situ del portale gotico situato sulla parete laterale destra, impiegando un sistema in tubo giunto e apposita cerchiatura con funi in acciaio;
- messa in sicurezza dell’abside e del transetto destro con sistema in tubo giunto esterno e cerchiatura con funi passanti attraverso le aperture;
- messa in sicurezza del transetto sinistro;
- consolidamento delle creste murarie con impiego di malta a base di calce idraulica posata a spruzzo e successivo strato di materiale impermeabilizzante sempre a base di calce idraulica.
La seconda fase in somma urgenza si è resa necessaria in seguito alle ulteriori scosse sismiche di giugno 2018, che hanno aggravato lo stato di conservazione del rosone della facciata, già compromesso dagli eventi sismici del 2016; questa fase si è conclusa a gennaio 2019.
L’intervento ha previsto:
- rimozione delle macerie interne alla chiesa partendo da quelle situate a ridosso della controfacciata.
- realizzazione del ponteggio in corrispondenza della controfacciata per la messa in sicurezza del rosone che si presentava con una evidente inflessione verso l’esterno
- realizzazione di due centine metalliche interne, quale presidio del portale, ed una ulteriore centina più esterna atta a sostenere gli elementi lignei utilizzati per puntellare e bloccare i conci scolpiti della strombatura del portale stesso.
- messa in sicurezza della vetrata decorata, velinatura, smontaggio, catalogazione, e collocazione dei pezzi vitrei in apposite cassette in OSB create ad hoc.
- protezione delle parti affrescate liberate dalle macerie, di quelle rinvenute in corso d’opera e delle creste murarie del lato destro della chiesa attraverso strutture in tubo giunto ricoperte da legno OSB.
L’avanzamento dei lavori di ricostruzione, recupero e restauro
I lavori volti alla ricostruzione e al restauro della Basilica di San Benedetto, iniziati con la consegna degli stessi all’impresa Cobar il 23 novembre 2021, eseguite tutte le opere necessarie di cantierizzazione, sino ad oggi hanno in particolar modo riguardato:
- La Muratura della navata lungo il portico delle Misure
Questa muratura che con il portico e le misure caratterizzava l’intera piazza è stata ad oggi ricostruita sino al 3° filare ricollocando nella posizione esatta, desunta da un attento studio della documentazione fotografica esistente, le pietre recuperate dai crolli, catalogate e conservate presso il Deposito di Santa Scolastica. Il muro è stato ricostruito per la parte interna in mattoni pieni fatti a mano e per la parte esterna tramite la ricollocazione dei blocchi di pietra di recupero collegati con diatoni in malta e fibre di vetro.
Dagli elementi ancora in situ appartenenti all’arco gotico partirà la ricostruzione dell’arco, già pronto a terra nel deposito di Santa Scolastica. - Ripristino dell’accesso alla Basilica tramite la facciata principale
In seguito all’avvio della ricostruzione della muratura della navata lungo il portico delle misure si è definitivamente chiuso il varco murario che ha consentito sino ad oggi l’accesso al cantiere e si è ripristinato l’ingresso dal portale principale della Basilica. - Ricostruzione della Muratura della navata lungo il Convento
Si sono eseguite le operazioni di smontaggio controllato e di cuci e scuci per la parte della muratura gravemente deformata dal sisma previa messa in sicurezza dei locali adiacenti del Convento.
La ricostruzione della navata lungo il portico delle misure: ricollocazione degli elementi lapidei originari.
La ricostruzione della navata lungo il portico delle misure: la muratura “nuova” in mattoni pieni.
La ricostruzione della navata lungo il portico delle misure: particolare della base della parasta con la nuova muratura in mattoni (foto sopra) e della muratura. Il muro è stato ricostruito per la parte interna in mattoni pieni fatti a mano e per la parte esterna tramite la ricollocazione dei blocchi di pietra di recupero collegati con diatoni in malta e fibre di vetro.
- La cripta della Basilica
La cripta era stata danneggiata dai crolli del campanile e della copertura perdendo parte della volta a botte lunettata di copertura e 3 dei 6 pilastri in pietra esistenti che la sorreggevano scandendo lo spazio in 3 navate.
Ad oggi sono in corso le attività di ricollocazione dei pilastri tramite il recupero e la reintegrazione degli elementi lapidei catalogati presso il deposito di Santa Scolastica. A questo scopo gli elementi lapidei ricollocati sono stati collegati fra loro con barre in vetroresina e sono stati posti in opera su nuove fondazioni puntuali in muratura.
E’ stata costruita la centina in legno per la ricostruzione della parte di volta a botte lunettata crollata che verrà ricostruita in mattoni pieni a 2 teste;
Nella la centina lignea per la ricostruzione della parte di volta a botte lunettata distrutta nel crollo
Particolare del capitello di uno dei 3 pilatri ricostruiti nella cripta con la barra in vetroresina e della nuova fondazione in muratura.
Uno dei pilastri ricollocati in situ.
- Ricostruzione presso il Deposito di Santa Scolastica dell’arco gotico
Presso il Deposito di Santa Scolastica, grazie al lavoro di riconoscimento e catalogazione dei materiali ivi conservati, è stato rimontato l’arco gotico del portico delle misure in vista del trasporto in cantiere dei singoli elementi per la ricollocazione. In situ, nella muratura della navata verso il portico delle misure, si trovano ancora i conci di partenza dell’arco, la ricollocazione avverrà quindi partendo da questi man mano che la muratura della navata verrà ricostruita.
Particolare del basamento dell’arco gotico, muratura lungo il Portico delle Misure
Particolare dell’arco gotico rimontato in terra presso il deposito di Santa Scolastica
Particolare degli elementi dell’arco gotico in attesa della ricollocazione in situ.
Ultimo aggiornamento
9 Dicembre 2024, 11:30