AMATRICE, CHIESA DI SANTA MARIA DELLE GRAZIE DI SOMMATI (RI) – SCULTURA IN TERRACOTTA, MADONNA CON IL BAMBINO
La scultura è realizzata in terracotta, con rivestimento policromo a freddo
La scultura Madonna con il Bambino che raffigura la Vergine assisa in trono è parte integrante di un corpus di manufatti in terracotta policroma realizzati per lo più nella prima metà del XVI secolo, che caratterizzano il territorio tra l’alta Valle del Tronto, la Sabina e l’Umbria meridionale.
Recenti studi stanno gradualmente liberando dall’oblio queste testimonianze artistiche fortemente legate al territorio grazie alla materia con cui sono realizzate e per il dato di immedesimazione, che le ha rese particolarmente “vicine” alle popolazioni locali. Rappresentano altresì una felice parentesi per la statuaria in terracotta del Rinascimento, fortemente influenzata dai modelli toscani e abruzzesi che si imposero negli ultimi decenni del Quattrocento. La scultura è collocata in una nicchia adornata da una ricca cornice.
I danni e le operazioni di pronto intervento
La scultura è stata danneggiata in seguito all’evento sismico. In linea generale si nota che la scultura si è frammentata nei blocchi costitutivi originali che erano resi solidali con l’applicazione di adesivi strutturali: si individuano in corrispondenza delle linee di cesura dei blocchi stoppa e tela di lino o cotone. Ogni blocco costitutivo presenta, soprattutto sui bordi, scagliature diffuse e perdita di materiale originale. In particolar modo il blocco superiore, conchiglia e parte sommitale del trono, presenta diverse fratture e lesioni prodotte a seguito delle sollecitazioni delle scosse sismiche. Molto materiale frammentario è stato recuperato e conservato in attesa di essere restaurato.
La scultura è realizzata in terracotta con rivestimento policromo a freddo. La tecnica di esecuzione ha previsto la modellazione della figura intera, quindi svuotata dal retro fino all’altezza della testa e tagliata in più blocchi al fine di evitare ritiri e le conseguenti spaccature in fase di cottura.
Il progetto di restauro
Il progetto rientra nell’ambito delle attività di programmazione degli interventi di restauro dei beni custoditi nei depositi attivati dal Ministero della Cultura per l’emergenza a seguito degli eventi sismici che si sono verificati a partire dal 24 agosto 2016. L’intervento è finalizzato principalmente alla ricostruzione materica ed estetica dell’opera recuperandola dal suo stato frammentario e valorizzandola nel suo aspetto storico\estetico senza trascurare quel significato di identità comunitaria e di fede che la statua rappresenta.
Le operazioni dall’intervento generale di restauro hanno previsto le seguenti fasi di lavoro:
- Interventi Conoscitivi e di Documentazione
- Documentazione grafica e fotografica sulle tecniche esecutive, lo stato di conservazione e gli interventi pregressi;
- esecuzione di saggi stratigrafici finalizzati ad individuare la corretta successione di materia pittorica, comprendere la storia conservativa del manufatto nel tempo e valutare lo stato di conservazione della pellicola pittorica originale.
- Interventi Conservativi
- Lavorazioni di pre-consolidamento del supporto ceramico e degli strati di finitura, con parziali riassemblaggi di parti fratturate mediante incollaggio con resine epossidiche. Nell’occasione si sono operati anche dei rimontaggi provvisori per valutare la reale composizione delle forme;
- pulitura degli strati superficiali;
- integrazioni del supporto e stuccature di superficie, funzionali alla continuità strutturale ed estetica. Preliminare alle operazioni di stuccatura, è necessario operare una prima verniciatura delle superfici pittoriche;
- presentazione estetica e protezione superficiale;
- realizzazione di una struttura di sostegno.
- Operazioni finali
documentazione fotografica, relazione descrittiva dell’intervento, inserimento della scheda di restauro relativa al bene nel sistema sit Carta del rischio.
Durante le indagini preliminari in laboratorio, l’osservazione accurata della scultura ha permesso di rilevare che l’opera era stata sottoposta a precedenti operazioni di restauro, sia dal punto di vista strutturale sia pittorico, dovute probabilmente a diversi danneggiamenti antecedenti al sisma.
Una ricostruzione piuttosto importante era stata condotta tra la spalla e il braccio destro della Madonna, dove è emersa una mancanza estesa del modellato in cotto. Inoltre la mano destra era stata ricongiunta all’avambraccio tramite un perno di legno saldato con stucco.
Le dita delle mani, evidentemente fratturate, presentavano rifacimenti grossolani in gesso, rimossi con l’attuale restauro. Anche il braccio sinistro era stato riassemblato senza tener conto dei riferimenti originali.
Le alterazioni superficiali hanno riguardato l’intero manufatto, che ha subito ben due interventi di finitura pittorica. In entrambi i casi lo strato preparatorio era stato realizzato con gesso e colla. In particolare l’ultima ridipintura era stata eseguita sopra una spessa stesura, che aveva riempito gli incavi del modellato originale. Su tale stesura erano poi stati dorati gran parte degli elementi architettonici e l’intero manto della Madonna, i polsini delle maniche e la veletta del copricapo.
In seguito all’esecuzione di numerosi saggi di scopritura, si è deciso di procedere eliminando tutti gli strati sovrammessi all’originale, conservando soltanto la doratura del primo intervento di restauro del manto che, dopo la messa in luce, è risultato lacunoso. La rimozione delle vecchie ridipinture ha permesso di rivelare dettagli interessanti. Nel corso della messa in luce dell’incarnato originale del volto della Madonna, è stata trovata della cera che andava a rimodellare le pupille, direzionando lo sguardo verso il basso.
La reintegrazione pittorica generale è servita a ridurre il disturbo visivo causato da lacune ed abrasioni ed è stata eseguita con colori ad acquerello e a vernice, come ad esempio sul manto.
Sul collo è emerso il disegno di una finissima linea nera, che scende verso lo scollo dell’abito e l’allacciatura del mantello, secondo un tipo iconografico legato alla tradizione cinquecentesca della scultura in terracotta abruzzese, poi confluita in territorio reatino grazie al lavoro di artisti come Silvestro Aquilano, Saturnino Gatti e i fratelli Giacomo e Raffaele da Montereale (cui l’opera è attribuita).
Nella parte frontale del basamento un’unica ridipintura copriva, con elementi vegetali, l’iscrizione originale di dedica alla Madonna, realizzata con pigmento nero su fondo bianco ed ora riportata alla luce. Dalla metà verso il lato destro tutte le lettere dell’iscrizione sono andate perdute.
La parte finale del restauro ha riguardato la realizzazione di un’importante struttura di sostegno antisismica, in grado di assicurare una naturale oscillazione dell’opera in caso di eventi sismici e predisporla per la sua ricollocazione in situ. Attraverso un rilievo 3D, la struttura è stata realizzata con pali e sistemi di ancoraggio in acciaio, applicati sul retro della scultura con ganci, anch’essi in acciaio, e tela in fibra di vetro.
Per un approfondimento sulla storia e sugli interventi di restauro è possibile consultare la scheda relativa nel volume Restauravit. L’Art Bonus per i territori colpiti dal sisma del 2016, Roma, Gangemi 2024 (G. Cassio e M. Sabatini, Madonna in adorazione di Sommati, pp. 159-162).
Per un approfondimento sulla storia e sugli interventi di restauro è possibile consultare la scheda relativa nel volume Restauravit. L’Art Bonus per i territori colpiti dal sisma del 2016, Roma, Gangemi 2024 (G. Cassio e M. Sabatini, Madonna in adorazione di Sommati, pp. 159-162).
Il presente progetto rientra tra gli interventi programmati con il sostegno dei fondi raccolti attraverso Art Bonus per il Terremoto.
Ulteriori aggiornamenti sul progetto saranno pubblicati su questa pagina.
Il Concorso Progetto Art Bonus dell’anno
L’intervento è stato selezionato per partecipare alla VII edizione del 2023 del Concorso Progetto Art Bonus dell’anno.
Ultimo aggiornamento
9 Dicembre 2024, 10:40